I libri d’artista sono un oggetto di studio difficile da definire e da classificare, in quanto entità polimorfa e auto-significante che mantengono in sé gli elementi costituivi dell’opera d’arte e del prodotto culturale. Per l'universo artistico il libro è un luogo formativo, un mezzo e un supporto d'espressione alternativo, in grado di ampliare i principi comunicativi oltre lo spazio bidimensionale della tela. I libri d'artista di Stefano Turrini si pongono in continuità con le opere prodotte negli anni, costituendone a tratti il punto di partenza: taccuini in cui sperimentare e annotare pensieri in cromie evanescenti; opere a se stanti in un formato sfogliabile fatto da stilemi e linguaggi che dall'astratto colpiscono il fruitore per l'eccezionale armonia delle parti e la forza espressiva; parti singolari sapientemente assemblate che fanno dell'oggetto artistico un volume scultoreo contemplabile a trecentosessanta gradi, dotato di leggerezza poetica e spessore comunicativo; narrazioni intime di colore e segno che dall'inizio alla fine dell'opera rivelano l'animo dell'artista indagatore e sperimentatore. Nei libri d'artista di Stefano Turrini la scrittura segnica sconvolge il linguaggio artistico canonico, mettendo in risalto il significato profondo ed emozionale che la mano demiurgica ha impresso nelle "pagine" di tela, carta o legno dell'opera, segno di una precisa scelta estetica intrapresa pagina per pagina, nell'enigma dell'astratto e nella casualità, modulata razionalmente, della risultante tonalità che il colore crea laddove si sparge, concretizzandosi e vanificandosi nello stesso momento. Sono libri, questi, che raccontano storie, narrano nel particolare vicende che solo un lettore attento può immaginare; prose geometriche, trame ed autobiografie affollano le pagine e i testi artistici che Stefano Turrini presenta ogni volta diversi gli uni dagl'altri, mantenendo intatta l'autenticità e la poeticità. Particolarmente rilevante è l'opera in esposizione permanente alla Biblioteca San Giorgio di Pistoia: un libro aperto a metà: a sinistra una pagina nera con su scritto «bianco», a destra una pagina bianca con su scritto «nero», due facce della stessa medaglia, due parti in antinomia che insieme costituiscono un tutt'uno indissolubile. "Il Nero e il Bianco" gioca sugli aspetti apparentemente antitetici del significante e del significato, del colore e della parola, che si contrappongono e si compenetrano in un dialogo a cui il lettore non può sottrarsi, poiché è l'artista stesso che lo obbliga a una lettura attenta e a un piccolo sforzo di comprensione e riflessione, andando anche oltre il visivo e contemplando i significati nascosti dalle due cromie in opposizione per antonomasia. L'artista obbliga in tal senso lo spettatore a un processo inverso: dalla contemplazione alla lettura, facendolo passare intellettualmente dall'universale al particolare, percependo prima l'opera in sé e solo successivamente la parola densa di poetica e di pathos posta al suo interno, poiché dentro a "Il Nero e il Bianco" ognuno di noi può leggere e vedere ciò che vuole, attribuendo al significante il significato che meglio rispecchia la propria sensibilità.
Laura Monaldi
Turrini/Anfuso (testo di Laura Anfuso). 2019
"Lunario" (testo di Laura Anfuso) 2019/2020
"VOLO NOTTURNO" 2022
"Riciclo in ferro" 2020
"Erbario Innaturale" 2022
"Erbario Innaturale", 2022